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“Lo spacciatore” ci mostra che il costo che paghiamo per cambiare è fare i conti con noi stessi
“Lo spacciatore”, di Paul Schrader con Willem Dafoe e Susan Sarandon, è soprattutto un ritratto di insoddisfazione esistenziale, in cui l’assoluzione, la redenzione a quelle che pensiamo siano le nostre colpe, non è a portata di mano. C’è sempre per ognuno, però, una possibilità di cambiare. Il costo che paghiamo per farlo, impareremo, è prima di tutto un conto con noi stessi.
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I complottisti del noncelodicono sono i primi a supportare Paesi dove non glielo dicono davvero
Sebbene l’analfabetismo funzionale riguardi ancora una cospicua fetta della popolazione italiana, adesso tra i cittadini c’è stata una sorta di maturazione digitale, è più facile stanare i complottisti e “non ce lo dicono” è diventato un meme. C’è però altro, e il paradosso finale consiste nel fatto che i principali esponenti del “noncelodicono” siano allo stesso tempo sostenitori di nazioni – spesso dittature liberticide – dove “non glielo dicono davvero”.
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